Il mondo legato alla 3D Art comprende tutto ciò che è possibile osservare nel corso delle nostre avventure con i videogiochi. Se i game developer sono coloro che pongono le basi tecniche nel progetto, il 3D Artist è colui che presenta tutti gli elementi a livello estetico. Senza ombra di dubbio siamo di fronte a una delle posizioni più onerose in termini di responsabilità e, soprattutto, conoscenze richieste. Oltre alle abilità tecniche infatti, un bravo 3D Artist deve essere in grado di capire tutte le informazioni fornitegli e presentarle su schermo. Ma quali sono i passaggi che, inevitabilmente, un’aspirante professionista deve attraversare prima di arrivare alla maestria del suo ambito lavorativo?
Il rapporto tra il 3D Artist e il suo team
Nella maggior parte dei team di sviluppo di medie e grandi dimensioni, il 3D Artist comunica in maniera costante con i concept artist e i game designer. Ciò è dovuto dal fatto che dovrete essere voi a riportare le bozze e le idee dei vari progettisti all’interno del game engine. Impossibile negare la complessità di questa mansione, visto che spesso potrete ritrovarvi a collaborare con molteplici tipologie di soggetti. Le direttive fornite non avranno quindi sempre la stessa mole di dati, spingendovi a dover capire ciò che avrete bisogno di fare.
Chiedere supporto ai colleghi è uno dei metodi più utilizzati dai 3D Artist, specialmente se l’importanza della task fornita è di altissima prioritaria. Insomma, così come quasi tutti i lavori di gruppo, anche l’artista è tenuto a doversi interfacciare con gli altri membri della software house, altrimenti rischierete di produrre un modello che superi i canoni stabiliti diventando, di conseguenza, inutilizzabile all’interno dell’engine. Il confronto può avvenire anche con gli stessi game developer, essendo comunque vincolati a dover rispettare un numero di pixel ben precisi.
La ricerca della coerenza artistica
Se prima abbiamo parlato dell’importanza nel saper recepire le informazione fornite per la finalizzazione del nostro lavoro, ora non ci resta che discutere della coerenza artistica. A meno che non operi in uno studio indie di piccolissime dimensioni, un 3D Artist dovrà svolgere le sue mansioni all’unisono con un gruppo. Di conseguenza, risulta quasi ovvio che un bravo artista è colui che comunica in maniera chiara e concisa con i suoi collaboratori riguardo ciò che sta facendo.
Ecco perché un 3D Artist esperto è cosciente del fatto che non dovrà mai ribaltare la direzione artistica stabilita del videogioco. Se ciò avvenisse, l’intero titolo andrebbe rivisto. L’unica soluzione che resta è quella di adattarsi durante la progettazione. Sarà molto raro avere la libertà di modellare personaggi, luoghi e altri elementi che rispecchiano il vostro stile grafico preferito, per cui è fondamentale saper essere flessibili e, a maggior ragione, non aver paura di chiedere agli altri artisti nel caso in cui aveste bisogno di consigli: punti di vista diversi serviranno ad accrescere le vostre abilità!
Low poly e high poly: l’importanza dei numeri per un 3D Artist
Quello dei low poly e high poly è uno degli argomenti che un 3D Artist deve necessariamente studiare nel corso della sua formazione. La ragione principale è dovuta dal fatto che in ogni lavoro svolto, il professionista dovrà sempre rispettare il cosiddetto “poly count”, ossia il numero di poligoni del modello. Non a caso, la nomenclatura “high poly” viene utilizzata per tutti quei file dall’elevato numero di poligoni, mentre low poly rappresenta il contrario. I famosi Frames Per Second (FPS) sono influenzati anche dal numero di poligoni, quindi sviluppare modelli unicamente in high poly potrebbe rendere impossibile il raggiungimento di un valore “giocabile”.
Come fa allora un 3D Artist a evitare questa problematica? Semplice, si avvale del processo di retropology. In breve, la tecnica consiste nella trasformazione di un file dall’alto numero di poligoni a un altro composto da un valore accettabile. Alcuni dei software utilizzati per compiere questa azione sono Autodesk Maya, Blender o ZBrush.
Imparare a usare i software giusti
Prima abbiamo citato alcune delle applicazioni che vengono utilizzate nel processo di retropology. Tuttavia, queste ultime vengono anche sfruttate in tutto il processo di modellazione di un 3D Artist. Risulta infatti essenziale saper utilizzare almeno i software più importanti di questa categoria, altrimenti non potreste iniziare a svolgere il vostro ruolo! Sicuramente l’impatto iniziale con tutte le feature interne e gli shortcut dei comandi non sarà rassicurante ma, così come in altri ambiti, anche in questo caso la pratica può rendere gli aspiranti artisti dei veri e propri maestri. Un ottimo esercizio, che molti esperti ancora preferiscono, è quello di scegliere una concept art già esistente e provare a riprodurla in 3D sul programma che si preferisce.
Un altro “vantaggio” del 3D Artist è il fatto che quasi tutti i programmi di modellazione, come Blender, Autodesk Maya o ZBrush, sono forniti delle stesse funzioni. Ciò vuol dire che passare da un applicativo all’altro non risulterà “traumatico”, ma dovrete solo ritrovare tutte le posizioni degli input e dei comandi.