Il Cloud Gaming, talvolta chiamato gaming on demand, è una particolare tipologia di fruizione del videogioco. Questo servizio permette di eseguire videogiochi su server remoti e li trasmette in streaming direttamente sul dispositivo di un utente come un cellulare, un tablet, un computer o una console.
Come funziona il Cloud Gaming?
Il Cloud Gaming rappresenta un’alternativa ai tradizionali metodi di gioco che prevedono l’acquisto di una qualsiasi piattaforma come Xbox, Playstation, Personal computer (oltre ai singoli giochi).
Uno dei maggiori esempi lo abbiamo con Stadia di Google o Nvidia GeForce Now.
Le piattaforme di cloud gaming operano in modo simile ai desktop remoti e ai servizi di video on demand. I videogiochi vengono, pertanto, archiviati ed eseguiti in remoto sull’hardware dedicato di un provider e trasmessi in streaming sul dispositivo dell’utente. Il software client gestisce gli input del giocatore, che vengono rispediti al server ed eseguiti in-game.
I vantaggi
Questo approccio offre diversi vantaggi, incluso rendere il gioco accessibile su richiesta senza necessariamente scaricarlo e installarlo localmente. Questa operazione è inoltre possibile su una vasta gamma di dispositivi (compresi i dispositivi mobili come smartphone e tablet, lettori multimediali digitali etc.). Decisamente molto utile per chi non ha un computer performante ma desidera comunque poter usufruire dei titoli più recenti o comunque giocarne molti altri!
Alcuni servizi possono offrire funzionalità aggiuntive, inclusa la possibilità per uno spettatore di unirsi alla sessione di un giocatore e prendere, temporaneamente, controllo del gioco.
Origini e Sviluppo del Cloud Gaming
La G-Cluster, un’azienda finlandese provider di giochi, fu la prima a introdurre sul mercato il concetto di cloud gaming. Quest’ultima, proprio durante la conferenza E3 del 2000, ne mostrò l’offerta attraverso un servizio Wi-Fi di dispositivi palmari.
Successivamente, l’azienda Crytek iniziò la ricerca del gaming in cloud nel 2005 per il videogioco Crysis, interrompendone, tuttavia, lo sviluppo nel 2007 per attendere che l’infrastruttura e i provider Internet via cavo fossero più performanti.
Nel marzo 2010 fu lanciato ufficialmente OnLive, il cui servizio di gioco fu reso accessibile qualche mese dopo con la vendita dell’omonima Microconsole.
Il 2 aprile 2015, la proprietà intellettuale di OnLive fu acquisita da Sony Computer Entertainment (ora nota come Sony Interactive Entertainment) e il servizio venne chiuso alla fine del mese stesso. Le sue risorse furono, comunque, utilizzate come base per un servizio di cloud gaming all’interno della famiglia PlayStation, nota come PlayStation Now.
Google Stadia: un’occasione persa
Quella che doveva essere la svolta per il cloud gaming, il rivoluzionario servizio innovativo Google Stadia, lanciato ufficialmente sul mercato il 19 novembre del 2019, non fu, tuttavia, in grado di rivoluzionare il mercato videoludico. Nonostante le promettenti collaborazioni, features uniche e soluzioni apparentemente innovative, il servizio non ha, difatti, mai preso piede. Negli anni è andato via via scemando, con sempre meno collaborazioni e addirittura chiusure degli studi di sviluppo. Un vero peccato!
Prospettive per il futuro
Il cloud gaming potrebbe davvero rappresentare un fattore centrale per il futuro dell’intrattenimento. Nonostante i paesi esteri, come l’ America siano all’avanguardia nello sviluppo e nell’utilizzo di queste tecnologie (grazie anche a infrastrutture decisamente più performanti di quelle presenti nel nostro Paese), questo servizio non ha ancora avuto un’evoluzione tale da rappresentare il principale mezzo di fruizione del videogioco e forse ci vorranno ancora diversi anni affinché questo possa accadere.
Sicuramente bisognerà continuare a testare, trovare nuove soluzioni, mezzi e idee che permettano un corretto uso di queste piattaforme, garantendo a tutti di poter giocare ai propri videogiochi preferiti senza essere necessariamente in possesso degli ultimi, costosissimi, hardware usciti sul mercato.