L’evoluzione della grafica all’interno dei videogiochi ha sempre seguito quella della tecnologia. Le immagini generate dal computer sono infatti tra gli elementi che rendono il medium uno dei più complessi e amati di sempre. Molti giocatori, infatti, non vogliono giocare solo a qualcosa di divertente, ma anche a qualcosa che sia bello da vedere. La CGI ha svolto un ruolo fondamentale in questo, permettendo alle opere interattive di essere fruite con rese grafiche sempre migliori.
Prima della CGI: le origini
Precedentemente alla vera e propria pixel art, i primi videogiochi non disponevano che di pochi pixel bianchi su uno sfondo nero. Spacewar!, Pong e Space Invaders sono i primi esempi di questa grafica rudimentale utilizzata dal 1962 fino alla cosiddetta Golden Age. Oggi può sembrare superato, ma negli anni Settanta era abbastanza per riempire le sale giochi.
Questo successo portò gli sviluppatori a sfruttare meglio gli hardware disponibili avvicinandosi alla cosiddetta pixel art. I primi videogiochi a utilizzare pixel colorati furono quelli di Namco, in particolare Galaxian e il celebre Pac-Man, primo eroe del medium videoludico.
L’era dei pixel
All’arrivo del NES (o Famicom) e del suo successore, lo SNES, seguì il popolare eroe baffuto che tutti conoscono: l’idraulico Mario. Grazie alle rivoluzioni tecniche degli anni Ottanta, le manciate di pixel si sono evolute per creare ambienti colorati e popolati da creature originali, come i Goomba che abitano il Regno dei Funghi.
Ci sono molti esempi celebri di pixel art, uno stile artistico che viene utilizzato ancora oggi e che si è evoluto nel cosiddetto HD-2D visibile in Octopath Traveler. Troviamo per esempio le ambientazioni di Final Fantasy VI, i colori accesi di Earthbound o i dungeon di The Legend of Zelda: A Link to the Past.
Arriva la CGI in 3D
Nel 1994, dopo il fallimento degli accordi con Nintendo, Sony produsse PlayStation sotto la supervisione di Ken Kutaragi. I giocatori poterono esplorare, per la prima volta, degli ambienti 3D con movimenti innovativi e avventure mai viste prima. Celebri poi i video pre-renderizzati che apparirono in opere come Final Fantasy VII e Parasite Eve.
L’arrivo di Nintendo 64 nel 1996 portò un nuovo standard grafico grazie a Super Mario 64, un vero e proprio un cartone animato interattivo, che ancora oggi resta il modello per i movimenti in ambienti 3D.
La CGI oggi e il futuro
La grafica nei videogiochi è migliorata così tanto da arrivare al fotorealismo, grazie anche a nuovi motori grafici come Unreal Engine 5. Dagli anni 2000 alle recenti uscite, i giocatori hanno messo le mani su opere interattive sempre più belle da vedere. Halo: Combat Evolved, Assassin’s Creed e The Last of Us sono solo alcuni degli ottimi esempi che si possono fare.
Indipendentemente dal periodo analizzato, conoscere gli hardware e gli strumenti grafici è essenziale per svolgere al meglio il proprio lavoro. Vigamus Academy offre un corso intensivo e annuale in Grafica 3D, Concept Art & Animation per Videogiochi in cui potrai imparare tutto sulla grafica 3D e sulle animazioni in 2D.