L’industria videoludica attualmente sta vivendo una forte crescita, seguendo l’onda del successo sperimentato durante il lockdown per la pandemia dovuta dal COVID-19.
In una tale espansione, un trend da segnalare è, senza dubbio, l’interesse verso il fenomeno dei Cryptogames, ma di cosa si tratta esattamente?
I Cryptogames si basano sulla tecnologia blockchain e sui token non fungibili NFT che permettono agli utenti di guadagnare denaro sulle proprie piattaforme, attraverso le criptovalute (play-to-earn).
In altri termini, se normalmente qualsiasi risorsa digitale all’interno di un videogioco (oggetti, personaggi ecc.) appartiene agli sviluppatori, in un Cryptogame la proprietà viene decentralizzata, consentendo, di fatto, all’utente di possedere materialmente tutti gli elementi acquisiti nel gioco.
Si viene così a creare un’opportunità estremamente interessante, dato che diventa possibile vendere il proprio personaggio o oggetto, in modo da trarne un guadagno nel mondo reale.
Che cosa sono le criptovalute usate nei Cryptogames?
Le criptovalute sono monete virtuali decentralizzate, cioè non controllate da enti governativi o finanziari. Esse possono essere utilizzate soltanto conoscendo un determinato codice informatico. Fra le varie criptovalute, ognuna con le proprie caratteristiche, la più conosciuta è sicuramente il bitcoin. La criptovaluta viene impiegata per l’acquisto di beni e servizi, sfruttando la tecnologia blockchain per rendere sicure le transazioni online.
Che cosa sono la tecnologia blockchain e gli NFT?
La tecnologia blockchain è una sorta di registro digitale i cui dati sono molto difficili da falsificare. Il registro è gestito da una rete di utenti, ciascuno con una copia dei dati relativi alla blockchain. Attraverso questo sistema, infatti, risulta pressochè impossibile modificare o eliminare i dati della stessa.
La tecnologia blockchain, che garantisce lo stesso “potere” sulle informazioni a sviluppatori e giocatori, permette la conversione di qualsiasi contenuto digitale in un NFT (Non-Fungible Token). Gli NFT sono dei token non fungibili che identificano l’autore e il valore dell’elemento in questione, testimoniandone l’autenticità. Questo significa che in caso di chiusura del gioco, l’utente continua a possedere comunque i suoi NFT e ha la possibilità di vendere o spostare il proprio personaggio e i propri oggetti in un altro videogioco.
Che cosa si intende per play-to-earn?
Come abbiamo spiegato, i Cryptogames offrono ai giocatori anche un modo per guadagnare denaro. Questo modello è definito play-to-earn. Nei play-to-earn i giocatori possono ottenere delle ricompense per aver utilizzato degli NFT precedentemente acquistati. In questo caso gli NFT sono chiamati utility token perché il loro acquisto è utile ai fini del gioco.
Più nel dettaglio, la modalità play-to-earn prevede l’iscrizione gratuita al gioco, ma per guadagnare è necessario passare alla versione Pro o acquistare personaggi tramite monete elettroniche. Noti esempi di giochi play-to-earn sono: Axie Infinity su Ethereum, disponibile per Windows, Android, Mac OS e iOS; Sorare, il play to earn, free to play, sul fantacalcio della Ubisoft nel quale si possono acquistare, vendere, scambiare cards di calciatori di tutto il mondo; Battle Hero, uno sparatutto NFT in stile Fornite o Garena Free Fire.
Nonostante il successo di questi fortunati titoli, occorre sottolineare il fatto che chi decide di giocare e ,in aggiunta, investire in questi giochi non ha alcuna garanzia di poter guadagnare giocando: infatti c’è sempre il rischio di poter perdere il denaro investito per diverse ragioni, confermando, di fatto il detto che “non è tutto oro ciò che luccica” e che non bisogna farsi ingannare dalle apparenze.
Cryptogames: gli sviluppatori rimangono scettici
Il sondaggio 2022 della Game Developers Conference, il più grande raduno annuale degli sviluppatori di videogiochi professionisti, a cui hanno partecipato oltre 2.700 Game Developers, ci permette di scoprire quanti di loro siano effettivamente interessati al fenomeno emergente delle criptovalute e degli NFT. Ebbene, nonostante il grande interesse che suscitano questi giochi nel pubblico, in effetti, solo il 27% degli intervistati si è rivelato abbastanza o molto interessato. La maggioranza dei professionisti (72%) si è, invece, dichiarata non interessata all’integrazione delle criptovalute nei propri videogiochi, confermando di fatto, un diffuso scetticismo nel Settore.