NewsPressL’Intelligenza artificiale nei videogiochi: un mondo in continua evoluzione

L’Intelligenza Artificiale è sempre stato un argomento decisamente molto dibattuto nel tempo, tanto che lo stesso Stephen Hawking, uno dei più importanti scienziati britannici, ha affermato che lo sviluppo di un’Intelligenza Artificiale e di “macchine pensanti” potrebbe addirittura segnare la fine della razza umana! Nonostante queste a dir poco nefaste premesse, è evidente che l’IA può portare diversi benefici per l’essere umano, rendendo, tra le sue molteplici applicazioni, l’esperienza videoludica unica nel suo genere. Scopriamo dunque insieme quali sono i suoi utilizzi in questa sempre più crescente e rivoluzionaria Industria.

Come l’IA rivoluziona il mondo dei videogiochi

Tra il mondo dei videogiochi è l’intelligenza artificiale vi è sempre stato un legame forte e in continua evoluzione. Il machine learning ha infatti consentito di creare algoritmi applicabili nel contesto vieoludico per migliorare diversi aspetti, quali ad esempio, l’intelligenza e l’espressività dei personaggi non giocanti (NPC), il realismo del gameplay, un ambiente di gioco dinamico o ancora il matchmaking (abbinamento) tra giocatori di pari livello di abilità. Grazie a questi sofisticati algoritmi è, infatti, possibile ad esempio, creare dei veri e propri ambienti procedurali, in cui ogni elemento dello scenario è utilizzato per realizzare un ambiente sempre differente.

IA e gli infiniti mondi possibili

L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia che “impara” dalle proprie esperienze, apprende e si adatta al contesto di applicazione. Attraverso il Deep Learning, o apprendimento profondo, è, infatti, possibile creare dataset di ambientazioni, contesti, personaggi, livelli da inserire all’interno della rete neurale che consenta di restituire “infinitimondi possibili, garantendo un’esperienza di gioco sempre più realistica e unica. Attraverso questo sistema è possibile creare storie che si adattino a ciascun giocatore attraverso la generazione di NPC (Non-Player Character) sempre più realistici e capaci di rispondere coerentemente alle azioni del personaggio dando vita a risposte sempre più complesse e convincenti, offrendo, inoltre, sfide adeguate al suo livello di abilità. Un circolo virtuoso che si riflette anche nelle espressioni facciali degli stessi: un noto esempio può essere fornito da uno dei più rappresentativi capolavori videoludici degli ultimi anni, The Last of Us 2, in cui le espressioni facciali dei personaggi non sono decise dai programmatori, bensì da un sistema di Intelligenza artificiale che sceglie l’emozione migliore in base al contesto, gestendo i più piccoli movimenti del viso del personaggio per realizzarla.

Attraverso l’utilizzo della IA, anche il dispendioso utilizzo della motion capture può essere “superato”, utilizzando vasti archivi digitali di movimenti ed espressioni facciali, è infatti possibile, per queste sofisticate tecnologie, imparare a riconoscerli e generarli a loro volta, in modo del tutto autonomo.

Intelligenza artificiale: il giusto equilibrio di un valido alleato

Attraverso l’utilizzo dell’IA, è possibile, dunque, creare un mondo a “misura di giocatore” e ottenere delle esperienze videoludiche sempre più immersive e realistiche. Sebbene i vantaggi sembrano essere innumerevoli, il suo utilizzo indiscriminato potrebbe essere un’arma a doppio taglio per gli sviluppatori (e per gli stessi giocatori)! L’imprevedibilità di un’intelligenza artificiale senza controllo potrebbe, infatti, causare non pochi problemi di gameplay, rovinando, di fatto, l’esperienza videoludica e risultando non coerente con l’idea iniziale dei suoi creatori. Pensiamo ad esempio a un nemico “impossibile” da sconfiggere, che impari dai nostri errori ricorrenti e sfrutti attivamente l’ambiente e le sue risorse contro di noi in modo diverso ogni volta! Questo sarebbe davvero frustrante per il giocatore, che si ritroverebbe senza speranza di battere la “macchina”, a differenza, ad esempio, di quello che accade nei Souls Like, in cui i pattern di azione dei nemici, nonostante le difficoltà iniziali, risultano poi assolutamente leggibili, una volta memorizzati gli attacchi.

Il segreto di una buon utilizzo della IA non è quindi lo sfruttamento fine a sé stesso del proprio potenziale, ma è saper trovare il giusto equilibrio che riesca a rendere questa tecnologia quanto più simile possibile ad un avversario “umano”, calibrato cioè alle abilità del giocatore. Possibili esempi di questo “adattamento pensante” potrebbero essere offerti dall’esperienza di gioco offerta da Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain, dove l’utilizzo ripetuto di headshot da parte del giocatore spinge i soldati avversari a indossare degli elmetti più resistenti, oppure dai comportamenti delle macchine di Horizon Zero Dawn.

Sebbene nel primo caso, tuttavia, siamo comunque ancora di fronte a un comportamento adattivo solo in apparenza, in quanto, in realtà, tale espediente è esplicitamente inserito nel codice di gioco da parte degli sviluppatori e non è dovuto a un apprendimento automatico delle intelligenze dei nemici, il sistema di IA adottato da Horizon Zero Dawn consente alle macchine di “pensare sia come singola unità che come parte di un gruppo, adattando i propri comportamenti in funzione di questa eventualità e rendendone le reazioni nei confronti di Aloy davvero realistiche.

IA: una possibilità di evoluzione

L’Industria videoludica è un mercato sempre in continua evoluzione e il progresso tecnologico permetterà alle IA di progredire, portando con sé numerosi benefici in diversi settori (se utilizzate con criterio!). Per favorire il progresso e rendere il lavoro degli sviluppatori più semplice (anche in termini di dispendio di tempo e risorse), le Software House stanno, infatti, studiando nuovi metodi e soluzioni innovative per utilizzare efficacemente il Deep Learning e migliorare diversi aspetti di sviluppo, come ad esempio ridurre le sessioni di motion capture e generare animazioni in modo più dinamico e vario; intercettare i bug prima che vengano inseriti nel codice; rilevare glitch e migliorare la copertura dei test nella rilevazione dei problemi che possono verificarsi durante il gioco; rendere più realistiche le interazioni degli NPC con il giocatore e migliorare l’ambiente di gioco rendendolo più dinamico e unico agli occhi dello spettatore.

Nell’era delle Console e dei motori grafici Next Gen, lo sviluppo di Intelligenze Artificiali sembra, dunque, poter concretamente affiancare i potenziamenti nell’estetica e nella grafica di un videogioco, portando sempre di più quel realismo e quella immersività dell’esperienza videoludica che tanti giocatori desiderano.

Non ci resta che aspettare, dunque, cosa ci riserverà il futuro!

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